martedì 20 settembre 2011

Quando la vanità diventa specchio dell'inettitudine

Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame ? Così indaga, fremente, la perfida regina Grimilde nella favola di Biancaneve. E per molto tempo, ogni mattina, lo specchio la rassicura e garantisce sul primato della sua bellezza. Poi, un brutto giorno per la tycoon del paese dei nani, lo specchio scopre una nuova miss: Biancaneve. Ed è la fine per la ringhiante regina che, invece di rompere il televisore, pardon, lo specchio e darsi ai viaggi, si mette in un guaio.
L'ossessione degli autocrati di confermare la propria autorità per il tramite della trasfigurazione estetica e di esigerne l'asseverazione con la complicità dello specchio è la prova della loro inettitudine vanitosa e la spia della loro intrinseca debolezza.
La mitologia ridonda di specchiamenti. a cominciare da quello micidiale di Narciso per finire in quello penoso di Re Mida che si vide con le orecchie d'asino.
Il riflesso, avverte il mitologema, dovrebbe insegnare modestia, senso del limite, saggezza e ironia.
Se serve solo a rafforzare l'autocelebrazione e la presunzione, lo specchio acceca se non ascolti ciò che, con Sallustio, ti domanda: Non pudet vantatis ?
Meglio romperselo in testa per fare penitenza.
[m.m]

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